
Yoann Ignatiew
General Partner, Head of International Equity and Diversified
Il secondo trimestre dell’anno è stato scandito dal susseguirsi di nuovi record sui mercati azionari. L’indice S&P 500 ha registrato a fine giugno una performance in dollari pari al 14,4%, mentre l’Euro Stoxx 50 e il Nasdaq hanno segnato un rialzo rispettivamente del 14,4% e del 12,5%[1]. La Cina sta invece rallentando, penalizzata dalla stretta della politica monetaria e dall’inasprimento dei toni del Partito, impaziente di riaffermare il suo potere in occasione del centesimo anniversario dalla sua fondazione.
Sul fronte pandemico, le campagne vaccinali stanno progredendo e, ad oggi, il 24% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19. Un dato abbastanza promettente che deve però essere messo in prospettiva considerando che solo l’1% degli abitanti dei paesi a basso reddito ha ricevuto almeno una dose. La sfida di vaccinare i paesi più poveri è aggravata dall’emergere di diverse varianti in grado di provocare un incremento nel numero dei nuovi casi anche in paesi con un’alta copertura vaccinale come la Gran Bretagna e Israele. Allo stesso tempo, i pacchetti di stimolo Messi in atto dai vari governi continuano a sostenere la ripresa economica. Negli Stati Uniti, dopo lunghe settimane di negoziati, il Presidente Joe Biden sembra aver raggiunto un accordo bipartisan sul piano per le infrastrutture da oltre 1.000 miliardi di dollari. Il piano non verrà finanziato con un aumento delle tasse, ipotesi respinta dai Repubblicani, ma attraverso un rafforzamento delle strutture preposte alla riscossione dei tributi. In Europa, a partire dal mese di luglio verranno erogate a favore delle economie dei paesi membri beneficiari le somme previste dal piano di ripresa da 750 miliardi di euro. Se l’attivazione del piano ha richiesto un anno (l’accordo tra i paesi membri è stato raggiunto nel luglio 2020), ora lo stesso è effettivo e dovrebbe rivelarsi un solido sostegno per la ripartenza economica dell’Eurozona. Le banche centrali, tuttora impegnate nei programmi di acquisto di asset, sembrano sulla via di un percorso graduale di normalizzazione. La Cina, in anticipo sul ciclo economico, sta attualmente attuando un graduale ritiro della liquidità con una normalizzazione della política monetaria della PBoC. Negli Stati Uniti, la Fed continua a rimanere bilanciata tra una retorica espansiva e i timori del mercato sul fronte dell’inflazione; nel mentre, il FOMC[1] si è lasciato sfuggire un tono più “hawkish[2]” in occasione del suo ultimo meeting e ora stima due rialzi dei tassi nel 2023, secondo le proiezioni grafiche (dot plot). A completare il quadro, le aspettative d’inflazione sono state riviste al rialzo, con un incremento dei prezzi stimato a quota 3,4% a fine 2021. La BCE rimane la banca centrale con la política più accomodante a causa del ritardo nella ripresa economica dei paesi europei rispetto ai paesi appena citati. Christine Lagarde ha recentemente dichiarato che una stretta della politica monetaria sarebbe prematura e costituirebbe un rischio per la ripresa economica in corso e per le aspettative d’inflazione.
[1] Fonte: Bloomberg, 30/06/2021.
[2] Federal Open Market Committee, organo decisionale della Banca centrale statunitense.
[3] Posizionamento che vede con favore una politica monetaria meno accomodante per combattere l’inflazione.
In questo scenario, R-co Valor presenta un’esposizione azionaria netta pari all’84% alla fine di giugno. Nel corso del secondo trimestre, i migliori contributori alla performance appartengono al settore estrattivo e tecnologico. Il primo ha beneficiato del forte aumento dei prezzi delle materie prime e, in particolare, del Crescente interesse degli investitori per il rame. Il secondo ha invece tratto vantaggio dalle recenti schiarite sul fronte dei tassi d’interesse statunitensi. Al contrario, il settore dei servizi e quello del tempo libero sono stati i contributori meno performanti, in quanto hanno subito le ripercussioni legate alla diffusione delle varianti pandemiche e alla prospettiva di eventuali nuovi chiusure, oltre a prese di profitto seguite dalle ottime performance del primo trimestre.
Sul lato delle modifiche al portafoglio, vi sono state delle prese di profitto sui titoli ciclici[1] protagonista di un forte rimbalzo nel trimestre e da inizio anno. Sono state effettuate vendite parziali sui titoli minerari che hanno beneficiato della ripresa della domanda a fronte di una produzione non sempre stabile, così come sui titoli del settore energetico, con una riduzione della posizione su Canadian Natural Resources e la vendita di Suncor. Inoltre, è stata chiusa completamente la posizione su IBM in seguito al rimbalzo del titolo, mentre sono state realizzate delle prese di profitto marginali su ABB a seguito della pubblicazione di risultati superiori alle aspettative. Sul lato degli acquisti, la prudenza delle autorità cinesi e l’inasprimento del contesto normativo ci hanno permesso di consolidare tatticamente alcune posizioni con solidi fondamentali (Ping An, New Oriental Education, Kingsoft Cloud). Abbiamo anche rafforzato la posizione sulla compagnia aerea, Airbus, in quanto consideriamo tale titolo particolarmente ben posizionato per la ripresa. Infine, abbiamo aperto due nuove posizioni nel settore tecnologico: i. MercadoLibre, una piattaforma e-commerce presente principalmente in America Latina, che dispone anche di un servizio di pagamento e di credito molto interessante, in una regione finora a bassa penetrazione bancaria; e ii. Coinbase, una piattaforma di scambio di criptovalute. Questo investimento ci dà un’esposizione al crescente volumen di trading di questi “nuovi” asset e alle opportunità associate all’emergere di soluzioni di finanza decentralizzata. La piattaforma, con 56 milioni di utenti, offre servizi su misura per gli individui, ma anche per le imprese e le istituzioni finanziarie.
Per il momento manteniamo la nostra esposizione ai titoli ciclici, riducendo al contempo alcuni titoli che hanno registrato buone performance. Il fondo è attualmente ben posizionato per un ritorno dell’inflazione, in particolare grazie all’esposizione alle materie prime. Anche la nostra esposizione ai titoli finanziari sembra appropriata in un contesto post stress-test particolarmente favorevole, supportato da annunci relativi a sostanziosi buy-back e da significativi aumenti sul fronte dei dividendi. In ultimo, la nostra esposizione all’Europa, ai massimi da 10 anni, risulta a nostro avviso ben calibrata dato che la regione dovrebbe recuperare terreno nei prossimi mesi.
Cosa possiamo aspettarci per il resto dell’anno? Nel complesso, i dati macroeconomici continuano a riservare sorprese in senso positivo. L’iniezione di liquidità, che si concretizza per mezzo di vari piani di ripresa, dovrebbe confluire nelle economie interessate, ma anche, in maniera più globale, ai relativi partner commerciali. Dal punto di vista microeconomico, le aspettative sul fronte degli utili continuano ad essere riviste al rialzo, con incrementi del 50% previsti in Europa e del 35% negli Stati Uniti. Tuttavia, c’è una nube all’orizzonte: l’inflazione, che se dovesse permanere, potrebbe indurre la Fed ad assumere un atteggiamento meno accomodante in anticipo rispetto alle tempistiche delineate dai mercati. Più che sull’andamento dei prezzi delle materia prime, nei prossimi mesi, negli Stati Uniti, i riflettori saranno puntati sul mercato del lavoro e sul surriscaldamento del mercato degli affitti.
[1] I titoli ciclici sono fortemente correlati ai cicli della congiuntura economica. Traggono quindi notevolmente vantaggio dai periodi di ripresa e di espansione, ma sono anche i primi a subire gli impatti dei rallentamenti economici. Le caratteristiche del portafoglio non sono fisse e possono cambiare nel tempo, nei limiti del prospetto del Fondo.
Fonte : Rothschild & Co Asset Management Europe, 30/06/2021.
Nel secondo trimestre 2021, l’esposizione azionaria del fondo è rimasta stabile intorno al 42%; mentre la componente obbligazionaria è rimasta stabile al 50%.
Fonte : Rothschild & Co Asset Management Europe, 31/12/2020.
Il portafoglio azionario di R-co Valor Balanced replica quello di R-co Valor e valgono pertanto le considerazioni sovraesposte.
Fonte : Rothschild & Co Asset Management Europe, 30/06/2021.
Si è registrata una flessione sui rendimenti dei titoli di stato americani durante il secondo trimestre, con un calo pari a 27 punti base fino a toccare quota 1,46% a fine giugno[1]. In Europa, i rendimenti hanno invece segnato un incremento, rispecchiando così le aspettative degli investitori nei confronti della ripresa della crescita e dell’inflazione. La BCE si è impegnata ad incrementare in misura significativa i suoi volumi di acquisto in risposta alla dinamica di irripidimento[2] della curva, anche se un terzo degli investitori ritiene che il PEPP[3] non verrà utilizzato in tutta la sua portata. Nonostante il recente incremento, non dimentichiamo che i tassi rimangono a livelli storicamente bassi. In questo contesto, ciò che teniamo sotto controllo è pertanto la loro dinamica, più che il loro livello in termini assoluti: un rialzo troppo repentino dei tassi potrebbe indurre le banche centrali a un adeguamento delle loro politiche monetarie in anticipo rispetto alle tempistiche previste, provocando così una forte instabilità sui mercati.
Nel mercato primario, si osserva una riduzione progressiva del flusso verso l’investment grade[4] con premi di emissione pari a zero. Il segmento high yield[5] risulta particolarmente dinamico e al momento segna un anno record in termini di emissioni. Se i “fallen angel[6]” avevano dominato la scena nel 2020, il 2021 si delinea all’insegna delle “rising star[7]”.
Sul fronte obbligazionario, l’esposizione è rimasta relativamente stabile, pur in presenza di variazioni effettuate a livello dei sottostanti. Sono state chiuse posizioni su titoli a breve caratterizzati da rendimenti deboli e sono stati realizzati investimenti principalmente nel mercato primario. La porzione delle obbligazioni corporate è lievemente aumentata negli ultimi mesi, in presenza di un mercato spiccatamente attivo su questo segmento, in particolare nel settore immobiliare. Per quanto riguarda il segmento high yield, abbiamo aggiunto dei titoli in portafoglio con un’esposizione che resta comunque stabile intorno al 13%. Il segmento high yield è stato di recente interessato da un buon dinamismo sul fronte delle emissioni; a tal riguardo, siamo molto selettivi e attenti a dati quali la dimensione della società, i risultati ottenuti in passato, il suo indebitamento e il suo posizionamento nel ciclo economico.
[1] Fonte: Bloomberg, 30/06/2021.
[2] Fenomeno che si osserva quando i prestatori richiedono dei premi di rischio più elevati per concedere dei prestiti con scadenze a lungo termine.
[3] Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP), piano di acquisto di asset a carattere temporaneo avviato durante la crisi sanitaria del 2020.
[4] Titolo di credito emesso da società o Stati con rating compreso tra AAA e BBB- secondo la classifica di Standard & Poor’s.
[5] Le obbligazioni high yield (o ad alto rendimento) sono emesse da società o Stati che presentano un rischio di credito elevato. Il loro rating finanziario è inferiore a BBB- secondo la classifica di Standard & Poor’s.
[6] Fallen angel: obbligazioni a cui in precedenza era stata assegnata la categoria investment grade, ora declassati al rango di titoli high yield.
[7] Rising star: obbligazioni high yield con un forte potenziale di upgrade nella categoria investment grade. Le caratteristiche del portafoglio non sono fisse e possono cambiare nel tempo, nei limiti del prospetto del Fondo.
Fonte : Rothschild & Co Asset Management Europe, 30/06/2021.
Le caratteristiche del portafoglio non sono fisse e possono cambiare nel tempo, nei limiti del prospetto del Fondo.