
Emmanuel Petit
General Partner, Head of Fixed Income
E se invece la situazione adesso non fosse così propizia ad un allentamento? La BCE sembra quasi bloccata, impotente di fronte a una posizione adottata diverse settimane fa e basata su dati macroeconomici che non si sono evoluti come previsto. Considerando la sola situazione economica europea attuale, questo taglio dei tassi risulterebbe davvero sorprendente. Il mercato del lavoro resta teso e i salari elevati, mentre gli indici PMI sono in ripresa. Tutti questi fattori sono contrari all'avvio di un ciclo di allentamento monetario. Tuttavia, fare marcia indietro e portare i mercati nella direzione opposta sarebbe pericoloso e potrebbe generare una forte volatilità.
Tale situazione ha generato due scuole di pensiero contrastanti all'interno della BCE. La prima, piuttosto accomodante, sostiene che il calo dell'inflazione allenterà la pressione sui salari. La seconda, più conservatrice, sostiene che l'aumento dei salari tenda ad alimentare l'inflazione. La decisione di tagliare i tassi già a giugno si basa quindi più sulle premesse della prima, le cui argomentazioni erano valide in un contesto in cui gli indicatori anticipatori dell'attività economica erano più deboli di oggi.
Nonostante questo contesto, il 6 giugno è alle porte e l'allentamento atteso sembra ormai già essere stato attuato. Tuttavia, non vi è più la sicurezza che a questo seguiranno altri tagli nel breve termine e c’è maggiore incertezza sulle decisioni che verranno. È probabile che la BCE rinvii l'obiettivo di tornare al target di inflazione oltre il 2025, che era il suo orizzonte iniziale, a causa delle persistenti tensioni salariali e dei rischi per i prezzi dei beni. Le tensioni geopolitiche continuano a pesare sul trasporto merci e i prezzi delle materie prime sono attualmente a livelli particolarmente elevati. Le prossime elezioni in Europa e negli Stati Uniti potrebbero inoltre portare a un ritorno di tendenze protezionistiche, dando origine a nuove fonti di inflazione.
Un ritardo nel ritorno all'obiettivo di inflazione probabilmente ridurrà le aspettative di tagli dei tassi da qui alla fine dell'anno. Infatti, non è da escludere che questo primo taglio possa essere anche l’unico per l’anno in corso. Tuttavia, il consenso è ancora indeciso tra uno o due ulteriori tagli, di gran lunga inferiori rispetto ai sette previsti all'inizio del 2024. Come si dice da diversi mesi, la BCE rimane “data dependent1” e gli interrogativi sulla validità di questo primo taglio stanno mettendo in dubbio la futura politica monetaria.
In questo contesto di incertezza, manteniamo una certa cautela nei nostri investimenti, evitando la parte lunga della curva a causa del rischio di un irripidimento delle aspettative di inflazione. Privilegiamo quindi le scadenze brevi e intermedie per proteggerci da un potenziale rialzo dei tassi a lungo termine.