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Analisi e prospettive 2025: Fixed Income

Strategia  —  13/01/2025

Emmanuel Petit

General Partner, Head of Fixed Income

Mentre il 2024 si è concluso con una nota abbastanza positiva per i mercati a reddito fisso, il 2025 suggerisce che le dinamiche delle diverse zone saranno sfasate.

Cosa ricordare del 2024 ?

Il pivot delle banche centrali, con l’avvio di un ciclo di tagli dei tassi, rimane l’elemento principale del 2024 per i mercati dei tassi. Tale aggiustamento si è concretizzato in un contesto in cui l’inflazione, seppure in discesa, è ancora lontana dall’obiettivo del 2%. Tuttavia, nonostante le diverse tempistiche, le politiche monetarie di Fed e BCE sono convenute nella stessa direzione. L'anticipazione di questi movimenti da parte degli investitori ha permesso ai mercati di reagire positivamente per tutto l'anno. Tuttavia, l'incertezza è aumentata nell'ultimo trimestre.

L’elezione di Donald Trump ha infatti determinato una divergenza nelle aspettative formulate sulle due sponde dell’Atlantico. Ciò si è tradotto in un aumento dei tassi a lungo negli Stati Uniti, sostenuto dalle promesse di rilancio economico, mentre in Europa i tassi a breve sono scesi sulla scia dei timori di un indebolimento della crescita. Due cause distinte che hanno prodotto gli stessi effetti, ovvero un moderato irripidimento delle curve dei rendimenti in entrambe le aree.

Nel complesso, le banche centrali sono riuscite a mantenere un relativo equilibrio nel 2024. Tuttavia, per il 2025 sembrano prospettarsi dinamiche economiche molto diverse sulle due sponde dell’Atlantico. Il 2024 si è concluso in un clima di forte instabilità politica in Europa e se le urne hanno già espresso il loro verdetto negli Stati Uniti, l’impatto delle misure potenzialmente implementate dall’amministrazione Trump potrebbe accentuare tali divergenze.

Qual è il vostro principale scenario per il 2025 ?

Ci attendiamo una desincronizzazione delle economie e delle politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico nel 2025. Le banche centrali sembrano mantenere la rotta avviata, mentre prosegue l’irripidimento delle curve dei rendimenti, con un aumento del rischio sui tassi a lungo. Stando alle proiezioni del mercato, che attualmente prevede quattro tagli dei tassi, la tendenza europea è in linea con quella statunitense. Pertanto, il tasso terminale della BCE potrebbe attestarsi a un livello superiore al 2%. Ciononostante, probabilmente quest’ultima sarà costretta ad adottare un ritmo più sostenuto, poiché la crescita rimane la sua principale preoccupazione, mentre le incertezze politiche continuano a pesare, così come le intenzioni protezionistiche del nuovo presidente americano.

Negli Stati Uniti, sembra difficile ipotizzare ulteriori tagli dei tassi da parte della Fed, soprattutto a causa dei rischi inflazionistici legati al programma della futura amministrazione americana. Finora la banca centrale è riuscita a riportare l’inflazione in prossimità dell’obiettivo senza causare una recessione, realizzando lo scenario quasi idilliaco dell’Immaculate Disinflation1. È verosimile che il tasso neutrale si attesterà a un livello più elevato rispetto a quanto previsto in precedenza. Il mercato del lavoro sarà oggetto di un attento esame, così come l'impatto delle misure promesse dal candidato Trump. Non possiamo escludere che la banca centrale americana possa essere indotta ad alzare nuovamente i tassi nel corso del 2025.

Il nuovo anno dovrebbe comunque registrare una continuità rispetto al 2024, con un progressivo irripidimento della curva dei rendimenti. La capacità reattiva sarà fondamentale, poiché le opportunità potrebbero nascere da eventi e decisioni con effetti contraddittori in ambiti diversi. Alla fine, il buon andamento del mercato del credito dipenderà dall’efficace allineamento della politica monetaria allo scenario macroeconomico di ciascuna regione. In tale contesto, la flessibilità dimostrata dalla Fed contrasta con l’apparente rigidità del calendario della BCE. Tuttavia, considerando gli attuali fondamentali, l’asset class continua a beneficiare di una certa attrattiva. Rimaniamo vigili sulla ciclicità delle nostre posizioni e sulla qualità del credito in generale. A nostro avviso, le valutazioni apparentemente elevate di alcuni segmenti sono giustificate dai fondamentali, a condizione che il contesto macroeconomico non deteriori.

Venti contrari e i venti favorevoli ?

Tra i venti contrari, la situazione politica rimane la maggiore fonte di preoccupazione. Le elezioni anticipate in Germania e l’instabile contesto governativo della Francia pesano su una già debole crescita dei due principali driver dell’Eurozona. Tanto più che i provvedimenti promessi da Donald Trump – riduzione delle imposte, giro di vite sull’immigrazione e aumento dei dazi – sono destinati ad affossare l’Europa per favorire l’economia americana. Questi ultimi comportano inoltre un rischio inflazionistico non trascurabile.

La Fed potrebbe essere combattuta tra i suoi due principali timori: inflazione e occupazione. Il mercato del lavoro comincia a inviare segnali contraddittori, mentre la volontà manifestata da Donald Trump di contenere l’immigrazione potrebbe accentuare le tensioni e rafforzare l’inflazione salariale. Il ritorno dell’inflazione costringerebbe la Fed ad aumentare nuovamente i tassi, causando instabilità nel mercato del credito.

Tuttavia, permangono alcuni elementi positivi. Lo scenario economico è ancora favorevole all’asset class. Anche se in termini assoluti i rendimenti sono inferiori a quelli degli anni scorsi, in termini relativi, risultano più interessanti di quelli del mercato monetario. Pertanto, i flussi dovrebbero mantenersi sugli attuali livelli. Inoltre, a fronte delle significative incertezze di questo periodo, l’asset class dimostra una significativa resilienza. In più, la capacità delle banche centrali di effettuare gli aggiustamenti necessari e avvicinarsi all’obiettivo di inflazione ha permesso di garantire una relativa stabilità sui mercati. Possiamo solo sperare che proseguano su questa strada.

[1] Scenario in cui l'inflazione rallenta ma la disoccupazione non aumenta.